Con la parola "crampo" si intende una contrazione involontaria, tetaniforme, della muscolatura scheletrica, accompagnata da un dolore acuto e dalla incapacità al movimento.
I crampi sono molto frequenti negli sportivi, e nei danzatori in particolar modo, provocando degli effetti importanti, in genere tali da impedire e compromettere l'andamento di una prestazione atletica o di una competizione.
Il meccanismo causale del crampo è tuttora incerto; vi concorrono tuttavia, in maniera ritenuta determinante, i fenomeni locali della fatica. Su tale base ovviamente assumono valore predisponente tutte le cause che diminuiscono o comunque alterino l'afflusso del sangue in loco (freddo, specie umido; posizioni coatte, ecc.). Sempre tra le cause predisponenti sono da considerarsi gli effetti della nicotina ed inoltre, secondo alcuni autori, la ripetizione iterativa di un dato movimento.
Un fattore essenziale è inoltre rappresentato dalla riduzione eccessiva degli elettroliti tissutali e plasmatici: questo riguarda soprattutto gli atleti in non perfetto stato di forma, dove il crampo insorgerebbe per affaticamento. Per questo motivo si ricorda l'importanza della reidratazione, che ha lo scopo di riportare il volume plasmatico al suo valore normale: esso mantiene la funzione cardiovascolare e consente alle ghiandole sudoripare di secernere sudore (il sudore è liquido estratto dal plasma ed espulso sulla cute attraverso i dotti ghiandolari).
Pertanto, bere durante l'esercizio fisico aiuta a contrastare la disidratazione, che si verifica comunque insieme a un certo aumento della temperatura corporea, ma le variazioni sono molto inferiori rispetto a quelle che si avrebbero se non si introducessero liquidi. E' anche consigliabile bere 400-600 mL di acqua fresca 10-20 minuti prima di una prova che comporti forte sudorazione. L'importante è considerare che per mantenere la bilancia idrica a pareggio occorre continuamente assumere liquidi durante il lavoro fisico.
Cause collaterali possono essere lievi traumi muscolari, un'eccessiva estensione del muscolo, i bruschi cambiamenti di temperatura, una non consona igiene dietetica, come anche una stretta fasciatura del polpaccio od un elastico o laccio del calzettone troppo serrato (nel caso della gamba), con conseguente ostacolo ad una corretta irrorazione ematica del distretto in causa.
L'esame obiettivo rivela un muscolo contratto, duro al tatto senza edemi e senza ecchimosi, con reazioni secondarie caratteristiche, come il piede in equino nel caso del tricipite surale.
E' sempre presente dolore spontaneo che si accompagna ad impotenza funzionale, in genere di breve durata.
Per la loro scarsa importanza clinica i crampi in genere vengono curati dallo stesso soggetto con adeguate manovre che vengono istintivamente praticate; anche una costante pressione locale può dare spesso un notevole sollievo.
Molto importante, trovandosi di fronte ad un muscolo in stato di crampo, è non usare mai una forza notevole come leva contro la contrattura instauratesi perché potrebbe verificarsi la rottura delle fibre muscolari e, seppur raramente, il distacco di un tendine.
Fondamentale capire, e ci piace sottolinearlo, che la migliore cura del crampo è quella preventiva basata soprattutto sul perfetto stato di allenamento.

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