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giovedì 31 ottobre 2013

Salsa cubana

Con il termine "Salsa" vengono denominati vari ritmi, soprattutto caraibici, popolari nell' America latina. L'antenato della salsa è il Son cubano che combina sia influenze europee che africane.Quest'ultimo viene ballato per tutto il XIX secolo, nei campi dell'orinte di Cuba dove vengono mischiati elementi musicali ispanici e africani, ai quali si aggiunse la musica francese portata dai coloni che fuggivano da Haiti. Verso la fine del secolo, questo mix musicale iniziò ad apparire nelle musicalità dei Trovadores di Santiago de Cuba e La Havana.
Per alcuni musicologi, il Son cubano è come il Blues degli Stati Uniti: una forma semplice e permeata della sua cultura di origine, melodie spagnole marcate da ritmi africani, alternanza di strofe con domande e risposte tra il cantante e il coro, testi semplici che parlano di vita quotidiana.Un po' di terminologia di salsa cubana:
Shekere : Strumento tradizionale simile ad uno dell'Africa Occidentale. I cantanti ed i coristi lo suonano con le mani. E' formato da una zucca secca vuota ricoperta da una rete con perle, semi secchi e conchiglie che si suona agitando lo strumento.  
Son Montuno : Son  suonato con una velocità più lenta.
Sonero : In origine, questo termine indicava il cantante di Son. Oggi, la parola si è estesa al cantante di Salsa.
Songo : Ritmo particolare inventato negli anni '70 da José Luis Quintana "Changuito", nell'epoca percussionista dei Los Van Van.
Sopimpa : Ballo afrocubano del XIX secolo.
Sucu-Sucu : Variante del Son che nasce nell' Isla de Pinos alla fine del XIX secolo. Il termine si applica allo stesso tempo al genere musicale, al ballo e alle feste. Per molti aspetti simile al  Son montuno: un solista improvvisa una risposta nel coro che risponde con una frase fissa, accompagnato dagli strumenti. 
 















Shekere

mercoledì 30 ottobre 2013

Ritmo della salsa


Cos'è la musica Salsa? Ci sono diverse opinioni in merito...Il tempo della salsa è di 4/4. Si suona ad un ritmo di due frasi, per un totale di 8 battute. Nel ritmo di base, gli otto colpi si battono su un tamburo chiamato Conga(a destra). Su questo ritmo si sovrappongono le percussioni. Degli strumenti di percussione, il più importante e quello che maggiormente fa identificare un ritmo come Salsa è la clave(a sinistra).
CONGA
Grande tamburo di origine africana molto utilizzato nella salsa . Il termine indica, anche, un ballo del Carnevale di Cuba, oltre ad essere un ballo da salone che era in voga negli anni '30.
CLAVE
Due parti cilindriche di legno duro che si percuotono l'uno contro l'altro: questa percussione tanto semplice è la colonna vertebrale a cui si appoggia la musica latina.

martedì 29 ottobre 2013

Il ballo per l'infanzia

E' con grande interesse che la nostra accademia segue i corsi dei bambini sponsorizzando sia il ballo come divertimento che come allenamento del corpo. In questo corso curiamo tutti i muscoli di cui hanno bisogno i vostri bambini per crescere ed evitare fastidiosi  infortuni nel futuro prossimo. E' stato quindi creato un programma per sviluppare la muscolatura del bambino e per salvaguardarne la crescita.

Folklore cubano

Folklore è un termine anglosassone che proviene dall' unione delle due parole «folk», che significa «conoscenza», e «lore» che significa «popolo», creando così un termine ancora oggi utilizzato e che stà ad indicare appunto la conoscenza di un popolo. Applicato in maniera un pò generica, potremmo dire che, nel caso delle danze, la conoscenza del popolo latino si esprime attraverso le danze dei riti di sopravvivenza (es. danze di fertilità della terra o della coppia), dei riti di passaggio (es. danze nei matrimoni, nelle feste del diciottesimo compleanno o comunioni), ed altre ancora.A Cuba queste danze hanno preso forma attraverso l’incontro di diverse culture, principalmente tra quelle spagnole e quelle africane. Bisogna però dire, per non essere troppo sintetici e per non fare quindi confusione, che anche la cultura spagnola è stata, prima della scoperta delle americhe, l’incontro di più culture, e questo è un aspetto che pochi, nel nostro ambiente, prendono in considerazione. Le culture che si sono incontrate principalmente nell’Andalusia (Spagna del sud), sono state principalmente quelle dell’Africa (Marocchini, Egiziani, Angola, Congo, Etiopia ecc), della Turchia, dell’Arabia, della Cina, dell’Italia del Sud ed isole comprese, della Grecia, degli Ebrei, e, soprattutto in maniera determinante, degli zingari (Gitani), questi ultimi con un ruolo determinante come lo è stato ad esempio nello sviluppo del flamenco andaluso.Potete ora immaginare cosa sia stata la Spagna a partire dalla dominazione araba dei mori fino ad arrivare al XVIII sec. ; Siviglia fù, in quei secoli, una delle più grandi capitali portuali dell’Europa e dove ogni razza vi si incontrava. Con la scoperta dell’America, l’Havana divenne l’incontro di queste culture a causa della dominazione spagnola sull’intera isola e su tutta l’America centrale. Tali incontri hanno contribuito alla formazione di “nuove” danze, come la rumba, la conga, lo zapateado, ed il tango (che si confronterà poi con quello di Buenos Aires) ecc.Si pensa ancora che molte di queste danze siano frutto della conoscenza dei negri schiavi, cosa da sempre raccontata come certa ed indiscutibile. Ebbene, lo è in parte, ma dobbiamo anche dar atto, e forse in maniera molto più determinante, dell’esistenza di un’altra razza nera arrivata in America in stato di completa libertà, così come lo era in Spagna. Stiamo parlando nel negro curro, colui che si comprò la libertà e formò una razza specifica di gente malfamata, bulla, nullafacente (a parte l’attività di rubare o accattonare), e con un modo di vestire molto caratteristico come i pantaloni stretti in vita e larghi in basso, il gilet, grosse catene d’oro al collo, fazzoletto, ossia il caratteristico pañuelo della rumba ben in vista e sempre con se, ed altro ancora. Erano proprio loro i veri conoscitori delle danze (alcune si chiamarono proprio danze della bulería, ossia dei bulli). Sarà questa una razza determinante per la nascita di gran parte del folklore non solamente a Cuba ma anche in Argentina (tango), ed altri luoghi dell’America del Nord (pensate al moderno Hip Hop nato appunto nei ghetti di New York), così come lo sarà in Spagna (il termine flamenco non è riferito alla danza ma, appunto, al tipo bullo, guapo e proveniente da una specifica regione). La prova di ciò risiede anche sulla terminologia, rumba cubana e rumba flamenca.Da non confondere con queste, vi sono a Cuba (e non solo) altri generi di danze che accompagnano dei riti molto particolari, in special modo i riti della santeria, della Regla de Palo Monte, ed altre, così come in Brasile i riti del Candomblé, e ad Haiti i riti del Vodóo.Senza entrare nei particolari, diciamo che queste danze sono l’antica reminescenza delle danze preistoriche, dell’età Paleolitica, danzate dello sciamano capo della tribù le quali servivano principalmente a funzioni fondamentali utili alla sopravvivenza del gruppo, come i riti di guarigione, i riti per la caccia o per la raccolta, i riti per la pioggia ecc. Attenzione pertanto a pensare che queste danze siano di origine esclusiva dell’Africa, cosa del tutto falsa. Di esse ne abbiamo testimonianze a volontà sia dalla preistoria attraverso raffigurazione rupestri, e sia dalla storia, testimoniata dai riti siberiani, i riti a Dionisio nella Grecia antica, i riti della antica tarantella e della guarigione dal morso della taranta, i riti ai faraoni dell’antico Egitto, i riti delle danze dei Sufi , i riti degli sciamani della moderna Amazzonia.Queste danze hanno un effetto sull’occhio della persona occidentale molto  forte e capace di lasciare impresso un segno profondo. Sono danze in cui si assiste a stati di trance dei partecipanti, svenimenti, grida al di fuori di ogni capacità vocale umana, salti capaci di far impallidire un esperto di arti marziali. E’ oggi in dubbio, che queste danze siano state importate in America solamente dagli schiavi negri; nuove tesi si affacciano sulla possibilità di una fusione con le danze sciamaniche degli indiani o, addirittura, di negri che già abitavano l’America prima della sua scoperta, tesi di alcuni storici da non sottovalutare in quanto oramai di reperti di navi vickinghe (circa 900-1200 d.C. e quindi ben prima di Cristoforo Colombo) nei fondali del Golfo del Messico ve ne sono di accertati.Esiste infatti un’altra schiera di danza che ha una origine accertata da quelle spagnole e da quelle del centro Europa, ma che poi intraprendono una loro linea di sviluppo autonoma, e che ritorneranno in Europa più tardi.Durante tutto il periodo che va dal XVI alla fine del XIX sec. arrivano diverse musiche e danze europee a Cuba, importate da diversi ceti sociali, tra cui i marinai, gli zingari, i nobili, i negri non schiavi chiamati curros, ecc. Queste danze, denominate sotto vari nomi , di fatto continuavano, come tutte le altre, ad essere eseguite singolarmente e non in coppia; fu il caso del tango flamenco, del fandango, del bolero, della sarabanda, caratterizzate normalmente da un ritmo sincopato molto accentuato e da un tempo rapido, tipico delle danze popolari.Queste vennero sempre più sviluppate sull’ isola ed eseguite dalle razze più variate durante le feste e durante i momenti di relax. Quando, ai primi anni del ‘900, arrivò il valzer dall’ Europa, fu un vera rivoluzione in quanto, per la prima volta, si assistette ad una danza in coppia secondo lo stile a cui noi oggi siamo abituati. Oltre allo scandalo suscitato negli ambienti di alto rango, esso suscito anche un’ondata di novità tra il popolo meno abbiente, e fu così che tutte le danze vennero in qualche modo arrangiate secondo il nuovo stile del valzer; attraverso l’unione dei due corpi, nacquero il danzòn prima ed il casìno poi, il bolero, il cha cha cha qualcuno afferma che nacque anche il son.Il son, anticamente, era danzato singolarmente attraverso le improvvisazioni di alcune parti del corpo, braccia, vita e gambe, un po’ come fu per l’antica rumba brava.Quando venne introdotta la danza in coppia, il son, quello vero, risultò troppo rapido per essere danzato uniti. Si assistette però allo stesso tempo anche ad una trasformazione del genere musicale del son con altri generi, principalmente con il bolero, e la guajira, cosa che fece nascere un genere musicale molto più lento e che noi oggi continuiamo, forse erroneamente, a chiamare son. Fu così che nacque quella danza meravigliosamente elegante e sensuale che meglio di tutti venne interpretata dai ballerini professionisti di cultura classica e che ancora oggi danno spettacolo nelle manifestazioni di salsa (il classico abito elegante e movimenti laterali fortemente sensuali, conditi da un danzare in controtempo).Va detto però che tutto questo fu possibile, dai primi anni del Novecento, grazie alla presenza dei latini provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti, portatori questi ultimi del foxtrot, del charleston, del roc’n’roll , del jazz, e grazie soprattutto all’importazione della salsa dagli Stati Uniti e dall’Europa durante gli anni Settanta, cosa che ancora oggi desta sospetto e delusione tra i sostenitori della salsa come di origine cubana.Questa iniezione di carburante sull’isola permise di far esprimere al meglio non soltanto i latini ma anche i neri capaci di impossessarsi di molte danze di provenienza europea ed americana (rumba, salsa, mambo, valzer) e di farle esprimere ad un livello mai conosciuto prima di allora. Uno dei fenomeni folklorico-popolare che contraddistingue la Cuba di oggi e tutt’ora viene esportato in Europa è sicuramente il Reggaeton, nuovo stile musicale-coreico (o coreutico, ossia riferito alla danza) che si contraddistingue per la sua forma di danza singola e non in coppia.Questo, oltre ai fenomeni già visti, ha portato ad una importazione sull’isola di un genere musicale proveniente dai sobborghi di New York, ovvero l’Hip-Hop (forma di protesta cantata attraverso il Rap e danzata con l’Hip-Hop stesso, il termine hop significa proprio “danza”), seguita da una determinata moda anche nel vestire, nel parlare e nel gesticolare. L’ingresso a Cuba del Rap ha trascinato i giovani artisti cubani alla creazione di una forma musicale cantata particolare, chiamato appunto Reggaeton, contraddistinto anche da una particolare danza che altro non era (e lo è tutt’ora) il rinvigorimento di antiche forme di danze cubane, come la columbia su tutti; in aggiunta si sovrapposero quasi spontaneamente delle particolari movenze del bacino, ossia quelle forme di danza-ricordo delle antiche forme orientali-andaluse.Sulla scia del boom della salsa, Cuba ha certamente trovato terreno fertile nel far si che questa nuova moda, sviluppata non solamente a Cuba ma anche a Portorico e nel Centro America, venisse esportata in tutto il mondo. Sta di fatto che, grazie alla timba prima ed al Reggaeton ora, Cuba ha certamente colmato le lacune che si erano venute a presentare come effetto di una confusione di fondo in relazione all’origine di certe danze, come la salsa su tutte; confusione che a tutt’oggi causa accese discussioni sull’origine di essa.La timba ed il Reggaeton sono un marchio cubano e portoricano, e questo non fa altro che fortificare chi sostiene che la salsa sia di origine statunitense. Difatti, guardando le due forme di danza ci si accorge come esse siano fortemente differenti, soprattutto in relazione alle figure utilizzate (del tutto latine quelle della salsa, fortemente rituali quelle della timba e del reggaeton). In Europa però tutto questo ha causato un’ulteriore sviluppo, visto che anche i latini non sono da meno nelle invenzioni coreiche; le figure della salsa latina sono in pratica state fortemente modificate, ed hanno sviluppato un forte accento grazie all’utilizzo di improvvisazioni di timba e di reggaeton.Questo nuovo modo di ballare, fortemente caratteristico dell’Europa attuale, ha fatto sì che prendesse piede e si sviluppasse in Europa stesso il ritorno allo studio della rumba, forma che, assieme alla Santeria, era già entrata agli inizi degli anni Settanta sulla scia degli eventi rivoluzionari cubani, quando gran parte dell’Europa comunista appoggiava le idee politiche anti americane e filo russe. Quei venti, che diedero la nascita di importanti scuole musicali anche a Roma, furono una ulteriore spinta allo sviluppo della causa folklorica latina che oggi, più che mai, segna uno dei periodi storici più importanti della sua storia.
È anche grazie a questi fenomeni legati al folklore che Cuba continua ad avere quell’ossigeno a lei indispensabile affinché i suoi ricordi non muoiano, spinti dagli eventi politici ed economici che la vedono da molti anni ai confini del mondo. Ma noi ballerini e amanti dell’Arte e del ballo stiamo dalla parte della sua storia.

Danze Latino-Americane

CHA CHA 
 Il Cha cha cha è una danza latino-americana.Nato a Cuba nei primi anni del XX secolo, si chiamava in origine Cha Cha. In seguito fu contaminato da altre danze: Mambo, Rumba, Danzon e Son.Esistono 4 differenti ipotesi sul significato letterale dell'espressione "Cha Cha Cha":Attributo onomatopeico strettamente legato al ritmo della danza, scandito dal tempo delle percussioni.Riproduzione del suono prodotto dalle scarpe durante la danza, in particolar modo nel triplo passo."Cha cha" è il nome di un sonaglio cubano, propriamente adoperato durante la danza.Riproduzione del suono emesso dallo sbattere dei piedi sulla battigia.Il "Cha Cha Cha" è una danza relativamente semplice da apprendere, ma i passi di base sono leggermente più complicati di quelli di altre danze. Il ritmo che viene contato durante l'esecuzione dei passi è: "due-tre-cha cha cha". Passi base:tempo 2: il ballerino con il suo piede sinistro trasferisce il peso del corpo in avanti, tenendo il piede destro fermo (la ballerina trasferisce il peso in dietro) .tempo 3: il ballerino trasferiasce il peso del corpo verso il dietro tenendo fermi entrambi i piedi (la ballerina trasferisce il peso in avanti).tempo 4 e 1 (o cha cha cha) il ballerino esegue uno chassé verso la propria sinistra (la ballerina fa lo chassé verso la propria destra).Si ricomincia invertendo il ruolo tra la ballerina e il ballerino.
SAMBA :
 Il samba è una danza originaria del Brasile. Il nome "samba" proviene probabilmente dal semba (o mesemba) dell'Angola, un ritmo religioso. È maschile "il samba" e non come spesso viene usato erroneamente(la samba). Il samba è il più conosciuto a livello internazionale "Aquarela do Brazil" di Ary Barroso [1] (quasi un inno per questa nazione)Il samba si sviluppò come genere alternativo di musica all'inizio del XX secolo a Rio de Janeiro (allora capitale del Brasile) sotto la forte influenza degli afrobrasiliani, immigrata dallo stato brasiliano, Bahia. La vera "scuola di samba" (escola de samba) proviene dagli anni in cui nacque il samba. Il termine è stato adottato dai più grandi gruppi di musica samba nel tentativo di prestare l'attenzione verso le prestazioni della samba; le città universitarie locali erano spesso luoghi di pratica e performance per questi musicisti.Il Samba trova la sua origine a Salvador di Bahia, il porto dove venivano sbarcati gli schiavi rapiti nell'Africa occidentale. Alla sua formazione contribuirono le tradizioni musicali di varie etnie africane, soprattutto joruba e naghò; nel samba originario (bajano) troviamo miscelati i ritmi delle liturgie di varie divinità appartenenti alle religioni di vari popoli africani: jongo, cateretè, batuque, bajao ed altri. L'origine del samba è legato alla formazione del candomblé, la religione sincretica afro-brasiliana che si formò a Bahia dall'incontro delle varie etnie che, sottoposte alla cristianizzazione forzata, furono costrette a nascondere le loro credenze nei simboli del cattolicesimo.Significativamente nei testi del samba si ritrovano tali divinità ed il poeta Vinicius de Moraes con il chitarrista Baden Powell rivendicarono tale origine scrivendo afro-samba dedicati agli dei del candomblé. Il termine samba sembra derivi da due parole africane: sam ("paga!") e ba ("ricevi!"). Il samba fu coltivato sui morros ("colline") dove gli emarginati costruivano le favelas in cui vivevano, ma divenne termine ufficiale per definire questo tipo di musica (con i suoi vari generi) nel 1917, quando venne inciso il primo disco [2].Pelo Telefone (1917), di Donga (Ernesto dos Santos) e di Mauro Almeida (detto "Peru dos pés frios" cioè "Tacchino dai piedi freddi"), è considerato la prima registrazione samba. Il relativo successo ha trasportato il nuovo genere fuori dai ghetti neri. Il testo di Pelo Telefone parla del capo della polizia che manda a chiamare il sambista per calmare la confusione e l'agitazione del gioco d'azzardo bicho; ciò fa comprendere l'origine del samba come espressione umile, emarginata, accomunato alla delinquenza comune e comunque elemento di disturbo sociale. È singolare il fatto che allora la polizia, quando arrestava qualcuno per vagabondaggio o aspetto poco raccomandabile, controllasse se avesse callosità sui polastrelli della mano sinistra; queste erano considerate sicuro indizio di reato poiché si trattava di suonatore di violão, dunque malandro o sambista.A Rio il samba fu coltivato nella casa di Tia Ciata (Maria Hilaria Baptista de Almeida) a Praça Onze; Tia Ciata era una bajana trasferitasi a Rio, sacerdotessa del Candomblé e la sua casa era il punto di incontro dei più famosi sambisti (Sinhò, Donga, Heitor dos Prazeres, Pixinguinha, Caninha, Joao da Baiana ed altri). Il samba si insediò sui morros di Rio, dando vita alle famose escolas di samba, di cui la più famosa e quella di Mangueira, frequentata anche da Antonio Carlos Jobim, Luiz Bonfá, Chico Buarque de Hollanda, che le hanno dedicato molte musiche. A Mangueira appartengono anche il più grande sambista popolare, Agenor de Oliveira (più famoso come Cartola perché, essendo muratore, portava un cappello di carta), Nelson Sargento, attualmente ancora attivo, Alcione, Joao Nogueira, Leci Brandao e molti altri grandi sambisti.Il samba bajano ha trovato i suoi massimi interpreti in Dorival Caimmy, Wilson Simonal e Jorge Ben Jor, e poi in Joao Gilberto, che dal samba si spinge, insieme a Jobim, fino alla bossa nova, una forma di samba molto raffinata che, grazie a Jobim, utilizza armonizzazioni molto complesse ricavate dalle tecniche semitonali del jazz. Fu esportato con successo in Europa da Tati Casoni.
RUMBA :
La rumba è un ballo di origine sudamericana.La caratteristica principale di questo ballo è il movimento accelerato e dondolante dei ballerini, quindi è necessario un discreto allenamento. Per quanto riguarda la musica l'elemento caratterizzante è la "clave", strumento formato da due cilindri da percussione battuti l'uno contro l'altro.L'origine della rumba si deve all'incrocio di alcuni ritmi spagnoli con altri africani. In particolare Il canto ha forti influenze andaluse metre le percussione sono africane. Essa nasce formalmente a Cuba nel 1878, subito dopo l'abolizione della schiavitù, quando la gente di pelle nera comincia a spostarsi dalle campagne verso le periferie degli agglomerati urbani. E' in un tale contesto, di miseria e di riscatto, che prende origine un ballo ed una ritmica che trae origine dalla fusione dei ritmi spagnoli ed africani. Gli strumenti musicali utilizzati erano prettamente strumenti "recuperati" dalla vita di ogni giorno e, in particolare: maracas (composti con zucche svuotate e sassi), tamburi (qualsiasi tipo di cassone vuoto) e claves (composti da due bastoncini di legno).La rumba classica si divide in tre tipologie:Yambù. Nella quale non esiste contatto fisico tra dama e cavaliere. La dama attira nel gioco amoroso l'uomo tramite figure molto sensuali basate su un ritmo lento.Metaforicamente rappresenta il ballo di uomo anziano che corteggia una dama più giovane, il ritmo è conseguentemente più lento rispetto alle altre tipologie.Guaguancò. Consistente in una danza imperniata sul corteggiamento e sulla simulazione dell'atto amoroso e basata su ritmi più veloci rispetto al Yambù. In tale fase il cavaliere esegue diverse serie di finte, girando attorno alla donna, cercando di allungare le mani verso le sue parti intime. La dama, a sua volta, si ritrae da tale esplicito corteggiamento e tenta di schivare le mani del cavaliere. Ciononostante, per propiziare la fertilità, continua a sedurre il cavaliere con rapidi movimenti ondulatori del bacino. L'imprevvisa finta con le quale il danzatore insidia la donna, prende il nome di "Vacuna" che in spagnolo significa "Vaccino". Il maschio quindi, è come volesse pungere la donna per ingravidarla mentre ella si para portando la gonna in prossimità delle parti insidiate. In sostituzione della gonna la donna e l'uomo usano un fazzoletto per rendere più vistosi i movimenti.Columbia. È un tipo di rumba tipicamente rurale molto diffusa nella regione di cubana di Matanzas. In cui danzano solo i maschi al fine di dimostrare la loro "potenza" e la loro "virilità" su ritmi velocissimi. Addirittura, in alcuni casi, si arriva alla prova dei coltelli: ogni ballerino si lega alle caviglie dei coltelli molto affilati e danza secondo un ritmo crescente. Vengono utilizzate anche bottiglie, fiamme e quantaltro, addirittura bendati, sempre a prova di virilità.Agli inizi, i comportamenti maschili vennero ritenuti dalla borghesia troppo pericolosi e quelli femminili troppo licenziosi, per questo ebbe difficoltà nell'emergere, rimanendo confinata per lungo tempo nelle periferie urbane.Essa diede poi vita a due diversi stili, uno che predilige la parte romantica della rumba (Yambù), l'altra più aggressiva e basata su Guaguancò e Columbia. La prima diede vita allo stile rumba/beguine, mentre la seconda diede vita allo stile caraibico da cui si giungerà, poi, al mambo ed alla salsa cubana. Infine, dalla columbia mescolata alla bomba, si arriva alla salsa portoricana.Questo ballo fu tra i primi tra quelli latini a diffondersi negli USA.
PASO DOBLE :
Il Paso doble è una danza molto caratteristica, che prende il nome in Spagna, la cui tecnica viene studiata e approfodita in Inghilterra.Durante la danza i ballerini devono esprimere una storia di sfida come tra toro e torero, sottomissione e attacco. Importantissimo è l'atteggiamento e l'espressione corporea che deve quasi sempre mantenere shape e la posizione delle braccia come se si usasse la capa in mano; l'espressione del viso che deve avere carattere aggressivo con uso di forti focus verso il partner e lo spazio intorno a dove si danza. I vestiti utilizzati per questo ballo ricordano proprio il torero per il cavaliere e per la dama gonne larghe principalmente rosse e nere quasi sempre mantenute ampie dalle mani.
JIVE :
Ballo pazzo e selvaggio, è il più movimentato fra Danze Latino - Americane.Influenzato dal Swing, dal Blues e dal Lindy Hop negli anni '30, si sviluppò in America nel periodo che va dalla fine della prima guerra mondiale, alla vigilia della seconda, e portato in Europa dai soldati americani nel 1940, ove s'inserì il ritmo Boogie e Bebop, seguito dal Rock'n'roll negli anni '50.Non si sa bene, però da dove derivi il nome.Fu inventato ad Harlem, nella notte del 21 Maggio 1927 al Savoy Ballroom, ove si stava festeggiando un rilevante evento: la prima traversata dell'Oceano Atlantico, senza scalo, da parte di Charles Augustus Lindbergh, il celebre aviatore americano, soprannominato: "l'Aquila solitaria", il quale planò vittorioso a Parigi a bordo del velivolo: "Spirit of Saint Louis".Nella sua prima formulazione, il Jive fu ballato esclusivamente da ballerini neri. Successivamente fu ripreso dai bianchi, i quali vi aggiunsero numerose figure e vi apportarono modifiche tecniche, che ne complicarono e ne appesantirono l'esecuzione.Dopo la seconda guerra mondiale, infatti, con l'evoluzione del Jazz verso il Bebop, il Jive fu sottoposto ad una serie di revisioni e perfezionamenti stilistici che ne hanno fatto uno dei balli ancor oggi più prestigiosi a livello internazionale.Esso rientra nelle discipline delle Danze Latino - Americane dal 1968, quando venne accettato, assieme a Samba, Chachacha, Rumba e Paso Doble.Il suo ritmo di 4/4 è frenetico, non a caso è uno dei balli che appartengono al genere Jitteburg, da Jiitters, ovvero: "nevrastenia".Le sue figure richiedono stile, resistenza fisica, forza ed elasticità, con un uso delle mani che hanno un ruolo determinante, non inferiore a quello dei piedi.

Il reintegro di acqua e sali

 La danza sportiva è un'attività durante la quale, sia per l'intensità dello sforzo che per le caratteristiche dell'abbigliamento, le sudorazioni risultano particolarmente abbondanti. Un semplice turno di gara di 5 balli, della durata di circa 10 minuti, è infatti in grado di determinare, tanto nella specialità standard che in quella latino-americana, una perdita di liquidi con il sudore mediamente pari a circa 0,5 litri. Ciò corrisponde ad una notevole produzione di sudore, pari a circa 3 litri per ora di attività. Se si considera una giornata di competizioni ufficiali, composta da più turni di gara, o le impegnative sedute di allenamento, appare evidente che in questo sport il problema delle perdite idrosaline è elemento da non sottovalutare nella ricerca della performance. La perdita di acqua e sali, infatti, se non viene rapidamente compensata, è responsabile di un precoce affaticamento in grado di pregiudicare il risultato agonistico.
Per evitare tale inconveniente l'assunzione di liquidi deve rispondere a due principi fondamentali:
  1. deve avvenire il più rapidamente e completamente possibile, in relazione all'entità delle perdite e compatibilmente con le caratteristiche dello sport;
  2. deve basarsi sull'utilizzo di bevande che, per risultare efficaci, vanno preparate in modo corretto ed assunte secondo modalità ben precise.
Il primo punto va tenuto in considerazione soprattutto per le giornate di gare ufficiali, quando le modalità di svolgimento delle competizioni condizionano i tempi di assunzione ed il reintegro di liquidi durante un turno di gara può essere solo parziale. I brevi recuperi (circa 20 secondi) tra un ballo e l'altro, infatti, "consigliano", un po' come avviene nel tennis tra un game e l'altro, solo qualche "sorso". Ciò al fine di evitare, nel momento dello sforzo, fastidiose sensazioni di eccessivo riempimento gastrico in grado di interferire negativamente anche con la respirazione. L'obiettivo è più un momentaneo refrigerio che la reidratazione. Essenziale è, invece, che il reintegro sia il più possibile completato nell'intervallo compreso tra i diversi turni di gara, al fine di evitare una progressiva disidratazione e, con essa, la riduzione della performance.
 Per quanto riguarda il secondo punto bisogna considerare che la velocità con la quale i liquidi ingeriti vengono assimilati dal nostro organismo dipende:
  1. dalla rapidità con cui gli stessi attraversano lo stomaco;
  2. dalla rapidità con cui vengono assorbiti dall'intestino (si ricorda che l'assorbimento dei liquidi ingeriti avviene esclusivamente nell'intestino).
Per quanto riguarda la rapidità con cui le bevande transitano nello stomaco va ricordato che:
  1. un rapido passaggio nello stomaco può essere ottenuto sia ingerendo una notevole quantità di liquido (circa 500-600 ml), sia ripetendo l'assunzione di quantità inferiori a brevi intervalli di tempo. Sebbene quantità di 500-600 ml transitino nello stomaco più velocemente di piccole porzioni è preferibile bere non più di 150-250 ml ogni 15-20 minuti; ciò al fine di evitare i disturbi dovuti all'eccessivo riempimento;
  2. le bevande poco concentrate lasciano lo stomaco in tempi più brevi;
  3. le bevande a basso contenuto energetico lasciano lo stomaco in tempi più brevi;
  4. le bevande fresche (4-10 °C) lasciano lo stomaco più rapidamente di quelle calde. Inoltre le bevande fresche sono sicuramente più gradevoli, non determinano effetti negativi e possono provocare crampi intestinali solo se la quantità assunta è molto elevata.
Per quanto riguarda la velocità con cui i liquidi vengono assorbiti dall'intestino va sottolineato che l'assorbimento dell'acqua è accelerato dalla contemporanea presenza nella bevanda di zuccheri e sali minerali, in particolare glucosio, sodio e potassio.
 Tuttavia affinché ciò avvenga è essenziale che la concentrazione di queste sostanze in soluzione non sia eccessiva. Bevande troppo concentrate, cioè troppo ricche di zuccheri e sali, determinano, infatti, l'insorgenza di crampi addominali e diarrea che può aggravare lo stato di disidratazione.
 Pertanto se è vero che la massima velocità di transito nello stomaco si ha per l'acqua pura, cioè priva di sostanze disciolte, il fatto che la presenza di sostanze in soluzione, purché in giusta concentrazione, faciliti l'assorbimento intestinale spiega perché le bevande migliori sono quelle ipotoniche, cioè quelle con una concentrazione inferiore a quella dei liquidi corporei, che è pari, mediamente, a circa 320 mOsm/l.
 Tali bevande sono quelle più rapidamente assimilabili dall'organismo, quindi quelle in grado di contrastare più efficacemente, durante l'attività sportiva, lo scadimento della capacità di prestazione.
 Per quanto riguarda la composizione, tra gli zuccheri sono preferibili le maltodestrine al glucosio, in quanto forniscono il medesimo apporto energetico a minore concentrazione (risulta più veloce sia il passaggio nello stomaco che l'assorbimento nell'intestino).
 E' bene che la percentuale di zuccheri non superi il 5-7 %, al fine di evitare gli inconvenienti descritti.
Tali concentrazioni sono peraltro opportune solo nel caso di sforzi (prolungati di intensità sottomassimale) che determinano un elevato consumo delle scorte energetiche (glicogeno epatico e muscolare), quando gli stessi si svolgono in condizioni climatiche che non inducono eccessiva produzione di sudore. Quando le condizioni climatiche avverse o quando, in attività come la danza sportiva, l'abbigliamento e l'elevata intensità dello sforzo nell'unità di tempo rendono la disidratazione la principale responsabile dell'insorgenza della fatica è bene che le concentrazioni di zuccheri non superino il 2-3%. In questi casi, premesso che il veloce assorbimento dell'acqua, garantendo il mantenimento nell'organismo di un'adeguata quantità di sangue, quindi della capacità di trasportare ossigeno ai muscoli, è l'elemento fondamentale per contrastare la caduta della performance dovuta alla disidratazione, è essenziale la reintegrazione dei sali minerali persi con il sudore, in particolare del sodio, del potassio e del magnesio. La perdita di queste sostanze è infatti responsabile dell'insorgenza di fatica per alterazione dell'eccitabilità neuromuscolare. Inoltre, come detto, la loro presenza in soluzione facilita l'assorbimento intestinale della bevanda. Da questo punto di vista sono suggeribili valori di concentrazione per il sodio di 20-30 mEq/l, per il potassio e magnesio di 3-5 mEq/l.


Nonostante l'organismo sia in grado di rimescolare le bevande commerciali con i fluidi intestinali, al fine di renderne la concentrazione adeguata ad una veloce assimilazione, è evidente che risulta sempre preferibile una preparazione personalizzata dei reintegratori liquidi. Tale preparazione deve tener conto dei principi fisiologici, necessari per favorire una rapida assimilazione della bevanda, nonché della tipologia dello sforzo e delle condizioni climatiche e di abbigliamento, che condizionano l'entità della disidratazione e del consumo energetico.

lunedì 28 ottobre 2013

La termoregolazione e le perdite di acqua e sali

L'uomo è un animale a "sangue caldo" che mantiene la propria temperatura corporea sempre intorno al valore di 37 °C (+ 0,5 °C). Questa condizione di equilibrio termico, che si basa sul costante "pareggio" tra produzione di calore e sua cessione all'esterno, si presenta particolarmente "minacciata" durante l'attività sportiva: l'esercizio fisico provoca infatti, per l'aumento dell'attività muscolare, un notevole incremento della produzione di calore.
 Il calore prodotto in eccesso durante lo sforzo deve essere eliminato; ciò avviene, essenzialmente, mediante la sudorazione.
 E' noto a tutti che quando si fa sport si suda e che più è intensa l'attività più si suda.
 E' altrettanto noto che quanto più alta è la temperatura e quanto più elevata è l'umidità dell'aria tanto più si suda. Durante uno sforzo di elevata intensità, svolto in condizioni climatiche sfavorevoli, la produzione di sudore può raggiungere i 2-3 litri/h.
 Un ruolo non secondario nel determinare l'intensità della sudorazione è svolto poi dall'abbigliamento. Poiché infatti non è la sudorazione di per sé ma è l'evaporazione del sudore che determina la cessione all'esterno del calore prodotto dai muscoli, quanto più l'abbigliamento ostacola l'evaporazione tanto più si rende necessaria la produzione di una maggiore quantità di sudore per perdere la stessa quantità di calore.
 La danza sportiva è un'attività nella quale le sudorazioni risultano notevoli.
 Ciò è dovuto essenzialmente all'intensità dello sforzo ed alle caratteristiche dell'abbigliamento, che ostacola l'evaporazione.
 Per quanto riguarda il primo aspetto per le sole fasi attive (i balli) di un turno di gara, è stato misurato un dispendio energetico complessivo pari, mediamente, a circa 100 -120 Kcal per i maschi e 80 - 100 Kcal per le femmine. Ciò corrisponde, considerando che ogni ballo dura circa 1,5 minuti, ad un impegno fisico di intensità pari, mediamente, a circa 800 - 960 Kcal/h per i maschi e 640 - 800 Kcal/h per le femmine.
 Per quanto riguarda il secondo aspetto vanno chiamati in causa, da un lato i vestiti utilizzati nei balli standard, dall'altro l'uso delle creme autoabbronzanti tipico delle specialità latino-americane.
 Per un turno di gara della durata di circa 10 minuti (5 balli di 1,5 minuti ciascuno con 20 secondi di recupero tra i balli), è stata misurata, in rapporto alla brevità dell'impegno, una notevole perdita di liquidi corporei, mediamente pari, in entrambe le specialità, a circa 0,5 litri. Ciò corrisponde ad una notevole produzione di sudore, pari a circa 3 litri per ora di attività. Con il sudore avviene una perdita di acqua e sali minerali, principalmente Sodio, Cloro Potassio e Magnesio che è considerata responsabile della precoce comparsa di esaurimento muscolare.
Ciò in quanto:
  1. la perdita di acqua, provocando una diminuzione della quantità di sangue circolante, riduce la capacità di trasporto dell'ossigeno ai muscoli che lavorano;
  2. la perdita di sali minerali, in particolare potassio e magnesio, riduce l'efficienza dei muscoli.

La perdita di potassio, infatti, determina una progressiva riduzione della concentrazione di questo sale all'interno delle cellule muscolari per un valore variabile dal 6 al 20%. Tale riduzione provoca una progressiva incapacità del muscolo di rispondere agli stimoli nervosi, quindi una progressiva insorgenza di fatica. All'insorgenza della fatica contribuisce in maniera determinante la perdita di magnesio, in quanto questo sale è responsabile del corretto funzionamento di meccanismi a pompa che servono a mantenere inalterata la concentrazione del potassio all'interno delle cellule.
 Una disidratazione progressiva è in grado di determinare una riduzione delle capacità prestative, che appare evidente già per una perdita di liquidi pari al 2% del peso corporeo (1,4 litri per un individuo di 70 kg).

La figura 1 mostra come uno sforzo di intensità prefissata, espressa in termini di consumo di ossigeno, può essere mantenuto per 5,5 minuti in condizioni normali, ma solo per 3,5 minuti in condizioni di disidratazione.

Per tali motivi nella danza sportiva, analogamente ad altre discipline, per evitare la riduzione della performance, è assolutamente necessario provvedere, durante l'attività, all'assunzione di acqua e sali minerali. Tale assunzione deve essere adeguata all'entità delle perdite e deve avvenire il più rapidamente possibile compatibilmente con le caratteristiche di questo sport.



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Figura 1
Consumo di ossigeno (litri x min-1) per un carico di lavoro che può essere retto per 5,5 min in condizioni normali (!), ma solo per 3,5 min dopo disidratazione (·). Le frecce indicano il massimo tempo di lavoro

domenica 27 ottobre 2013

Tango e rumba contro la crisi di coppia

Danzaterapia, studi scientifici dimostrano i benefici:
 è una svolta nella vita a due.

A vedere Richard Gere lanciarsi in un tango appassionato con Jennifer Lopez (romantici e belli in Shall we dance?) sembra davvero così: ballare fa bene non solo al corpo e alla mente, ma anche alla coppia. In ogni caso. Sia che si danzi con la persona amata sia che si balli con un partner-extra-liaison: petto contro petto (quello di un altro/a), mano nella mano (come prima) si ritrova la passione per la vita e insieme l' entusiasmo per un rapporto magari troppo a lungo trascurato. Proprio come nel film di Peter Chelsom. Provare per credere. I lui&lei ritrovati grazie al paso doble o al cha cha cha giurano: «E' meglio di una psicoterapia di coppia». E il medico dello sport Marcello Faina - La salute prima di tutto, dà autorità scientifica alla danzaterapia per chi è in crisi. «E' successo a una coppia che conosco - racconta il professore -. Litigavano dal mattino alla sera e pensavano alla separazione. Ma poi un giorno li ho rivisti... Filavano d' amore e d' accordo. E lei mi ha detto: "Ci siamo iscritti a una scuola di ballo e, tango dopo tango, abbiamo ritrovato l' intimità perduta"». Evviva la danza! Si sa, fa bene al corpo, trasmette buonumore, allenta lo stress e tiene sveglio il cervello. «Ma lasciarsi andare cullati da una melodia e tenersi stretti può essere anche una svolta per la vita a due», spiega Marcello Faina. Perché la danza aiuta l' armonia: «Se si frequenta poi un corso senza la propria metà, si facilita la socializzazione». Insomma, dà la sua benedizione la regina di Ballando con le stelle, Milly Carlucci: «Danzare può servire moltissimo a rinforzare un vecchio legame perché aiuta a risvegliare emozioni dimenticate. Ma può anche crearne uno nuovo». FUORI PASSO - Parole sante, si direbbe, per molti. Visto che sono ben cinque milioni i ballerini disseminati negli oltre tremila locali presenti in Italia: quelli che si sentono rigidi come un pezzo di legno e si danno al tango, quelli che vogliono imparare subito e si abbandonano al merengue, quelli che il ritmo non lo sentono nemmeno a sparargli e ci provano con il valzer. E quelli che vogliono rinvigorire un rapporto ormai fuori passo? «Dipende dai gusti e dalle affinità elettive. Ma tango e rumba scaldano l' animo, sono la sensualità fatta danza», spiega il ballerino Simone Di Pasquale, 27 anni, e un amore (quello con Natalia Titova) nato ballando (insieme gestiscono a Roma la scuola Klassic dance studio). «E' che il ballo aiuta a tirar fuori emozioni e tabù. Se la coppia ha ancora qualcosa da dirsi (e darsi) con la danza ritrova il modo giusto di comunicare, se invece è solo routine e passione fossilizzata, beh, inevitabilmente scoppia». Ma sia chiaro: «In un caso come nell' altro è terapeutica». LA TERAPIA - Concentrando però l' attenzione su quelli che si ri-innamorano, che cosa trovano sulla pista da ballo che nella cucina di casa, tutte le mattine davanti a un caffé, non sanno più recuperare? «Tempo da passare insieme (no tennis per lui e nuoto per lei), un obiettivo comune (da raggiungere con passi concreti) e un' armonia assoluta (da trovare dopo tante pestate di piedi)», elenca Milly Carlucci. «Perché il ballo non è solo un comunione di corpi ma anche di animi». Un gioco di ruolo che richiede una perfetta simbiosi: «E, nel caso del tango, parte da un invito fatto di sguardi: la donna si abbandona ad occhi chiusi al compagno, lui marca il passo», spiega dalla milonga Maripose di Milano Achille Tondo, presidente dell' associazione L' Oasi. Ai suoi corsi partecipano tanti psicologi: «Il segno che il ballo fa bene ai rapporti. Supplisce alle carenze d' affetto». Tante coppie collaudate: o la va o la spacca. E tanti single: «Che si concedono un abbraccio virtuale». Single anche per una sola serata. Perché, come teorizza Susy Blady (suo il libro «Tango inesorabile», Einaudi), «un' unione collaudata si stimola anche concedendosi un ballo da sola». Vuoi mettere: «Dopo i bambini, il lavoro, la casa ti vesti come non ti sei mai vestita, ti abbandoni nelle braccia di un sogno e ti lasci portare». E a fine serata: «Il tuo rapporto è più forte. Perché l' energia che hai ritrovato in te la porti dove vuoi». VALZER Attenzione massima alla sincronia dei giri Benefici: rafforza il cuore e aiuta a bruciare calorie Adatto a: ballerini esperti Hit: filone viennese, in particolare Strauss padre e figlio SLOW FOX TROT Camminate veloci, giri, salti e chassè I benefici: aiuta la coordinazione e a mantenere una postura corretta Adatto a: debuttanti e ballerini non esperti Hit: da Blue Moon a Unforgettable RUMBA Le figure richiamano il corteggiamento I benefici: tonificante, è un ottimo antistress e aiuta l' affinità di coppia Adatto a: tutti, anche agli inesperti Hit: la fama è legata alla cantante e attrice Celeste Mendoza SAMBA Movimento del bacino e sensualità I benefici: brucia i grassi, tonifica glutei, gambe e girovita Adatto a: chi vuole divertirsi Hit: Ary Barroso CHA CHA CHA Figura base lo chassè, che consiste in una serie di tre passi I benefici: scioglie i muscoli e migliora la coordinazione Adatto a: tutti, anche agli inesperti Hit: musiche dell' Orquesta America e Tito Puente TANGO Rapidità di esecuzione, scatti veloci della testa e torsioni accentuate. Benefici: è ideale per bruciare i grassi e regala un portamento elegante. Ma soprattutto, grazie alle coreografie molto sensuali, aiuta a recuperare l' armonia di coppia Adatto a: tutti, anche ai ballerini non esperti Hit: la Cumparsita di Gerardo Matos Rodriguez.

La dimensione del conflitto

La coppia che litiga è sempre un problema d’attualità: perché?
Per risolverlo bisogna prima capirlo!

La coppia che “si rompe” è ed è sempre stato un problema serio sia nel mondo del ballo che in quello della vita di tutti i giorni. Riporto qui di seguito una citazione di un articolo di Rosario Rosito nel quale l’autore presenta in modo brillante lo "spessore" creato dal problema. Rosito dice:
“Le rubriche “cerco partner” sui vari siti specializzati, le bacheche delle scuole di ballo, i palazzetti dove si svolgono competizioni e persino, talvolta, i bagni pubblici (!), brulicano di annunci disperati alla ricerca di uno “straccio” di partner per ballare o per fare competizione.
Sembra diventata un’impresa ciclopica trovare il partner, anche sforzandosi di adeguarsi a compromessi d’ogni genere.
Come mai? Perché tante difficoltà? E, soprattutto, dove sono finite quelle belle coppie che stavano assieme per anni ed anni?Interrogativi ai quali dare risposte non troppo generiche non è semplice. Tutto sembra scontatamente collegabile al degrado della coppia nel generale ambito sociale, come dimostrano le separazioni, i divorzi, la dissoluzione a cui ogni legame fisso sembra destinato inesorabilmente”.Ecco quindi che corre l’obbligo di un dibattito serio e professionale di questo importante problema.

LA DIMENSIONE DEL CONFLITTO

Un importante premessa

Vivendo l’esperienza della danza sia da un punto di vista personale che professionale, ho scritto un articolo di psicologa: me ne avvantaggio cercando di portare il punto di vista sugli aspetti specificatamente emotivi e relazionali che caratterizzano le dinamiche della coppia che balla.
Sulle recenti possibilità creative ed espressive della danza e sulle valenze terapeutiche della stessa, si è scritto e detto molto, tanto che recentemente è in corso una teorizzazione ed una sistematizzazione scientifica delle tecniche del ballo applicate alla cura di diversi stati di disagio psico-fisico.
Vorrei oggi nello specifico, interloquire con voi, nella speranza di ascoltare le vostre esperienze, pareri e commenti rispetto alla faccia opposta della medaglia, e cioè il conflitto, che spesso si insatura tra i membri della coppia, siano essi professionisti, amatori od esordienti. Quali sono gli effetti del conflitto?  Vediamone alcuni:
Difficoltà nelle possibilità d’apprendimento  e di miglioramento ( la coppia è concentrata sulla relazione tra sé e non sul ballo). Il pericolo del trasferimento della conflittualità legata al ballo alla coppia in quanto  tale, che spesso è anche coppia di fatto, legata da altri tipi di legami affettivi. Il più temibile, cioè la rottura della coppia. Raccogliendo diverse opinioni, la preoccupazione predominante sembra essere quella di evitamento del conflitto attraverso la sua negazione e svalorizzazione. Chi non si è mai sentito dire.” Non dovete litigare, dovete solo pensare a ballare”?
Prima di continuare con voi la riflessione, vorrei partire da un assunto che ritengo valido nell’esperienza che mette al riparo dalla pericolosa illusione che la negazione del conflitto (il “non litigate”), possa essere facilmente concretizzabile e mantenuto con continuità.
Il conflitto non è evitabile e non deve essere evitato.L’aggressività che si sperimenta nel conflitto è un dato imprescindibile della natura umana, che gioca un peso non indifferente in un rapporto così stretto come quello della coppia che danza.
Stretto, sia per la vicinanza dei corpi, che a loro volta si muovono in uno spazio limitato e soprattutto debbono farlo assieme.Il territorio, spesso può diventare invece che luogo di svago e di esercizio delle proprie abilità, un vero e proprio ring, dove si giocano non solo le tensioni specificatamente legate al momento, ma anche di altro tipo.Non bisogna dimenticare inoltre che la coppia che balla, non si compone come sarebbe facile rispondere di solo due elementi.Se con la lettera A indicheremo il ballerino, con la lettera B la ballerina e con (A+B) il rapporto che esiste tra di loro.
Le interazioni e gli scambi non avvengono solo tra unità A ed unità B,  ma tra A, B, ed (A+B).

Esempio:
Cesare e Flora che ballano, non sono solo Cesare con la sua individualità, Flora con la sua, ma anche la relazione che esiste tra Cesare e Flora (A+B).
Quindi, l’analisi del conflitto deve per forza riguardare e tenere conto di questi tre elementi.
A, ha una personalità specifica, credenze convinzioni e tratti caratterologici e psicologici peculiari.B idem.E già qui, la faccenda è complessa.
Immaginiamo che quella mattina A si sia alzato e non abbia trovato la sua marmellata preferita, acquistata in un posto speciale e serbata gelosamente per le occasioni migliori, e che B si sia alzata ed abbia scoperto che le sue scarpe preferite, regalatele dal fidanzato in un giorno speciale si siano rotte. E che sia A che B,  abbiano avuto una giornata pessima e piena di inconvenienti.Secondo voi, che succede alla sera in allenamento dopo questo incipit mattutino e la tensione di questa“normale” giornata alle spalle?Se scoppia il conflitto, la colpa non sarà certo dell’esecuzione errata di un giro spin.E se ci si interstardisce a dare la colpa allo spin, nemmeno la consultazione dei sacri testi scritti dai maggiori esperti nel settore riusciranno a ridurre il conflitto.Questo perché non esistono i Fatti, ma le Interpretazioni dei fatti.

Osservazione

Qui si potrebbe aprire un ‘interessante discussione.
La Danza, perlomeno nell’esecuzione di alcune figure si può ritenere scienza esatta? Perché se il giro spin è giro spin allora è dato per scontato che entrambi lo sappiano eseguire.
Ed allora come mai si continua a litigare?A chi sta pensando di essere sicuro che i fatti sono fatti, provi a fare questo piccolo esperimento. Se in una stanza buia si accendono e poi si spengono due lampadine,  in rapida successione poste distanti, quel che percepiamo non è ciò che davvero accade in quel momento (cioè due luci che si accendono e poi si spengono),  ma piuttosto una sola luce che apparentemente passa da una posizione all’altra.E’ evidente come la nostra percezione dell’evento sia molto  differente, dalla semplice somma dei fenomeni che lo compongono, presi separatamente.Diventa importante a questo punto imparare a conciliare  quello che si potrebbe chiamare il Progetto Comune, con la propria esperienza personale.La coppia che nega il conflitto o che lo combatte, è quella che più facilmente incorrerà nella separazione od in quello che viene chiamato divorzio psichico. Ballare in assenza o presenza di emozioni da restituire al pubblico sappiamo bene quanto faccia la differenza.

Conclusione


Affrontare e gestire il conflitto è una necessità ed una sfida per la coppia oltre che una possibilità di crescita.Per un insegnante aiutare le proprie coppie a gestire il conflitto significa offrire un contesto organizzativo  con un clima positivo (non repressivo, né libertario), favorendo le interazioni e le mediazioni tra le persone al fine di sviluppare una positiva crescita psichica della coppia che balla.Sappiamo bene che se l’ansia supera il piacere della pratica, le possibilità di un insuccesso sono alte, con evidenti ricadute su quel che di noi pensiamo, e sul rapporto con il nostro partner.Su quel che una coppia può fare per sè stessa e per trovare gli strumenti per gestire il conflitto, sarebbe necessario altro spazio, ma quel che mi premeva avere la possibilità di riflettere con voi è che il conflitto non va evitato.
Per trovare soluzioni si avrà tempo e modo.Vi auguro buon proseguimento di lettura e vi saluto con questa frase:“ Che cosa accadrebbe alle nostre vite, se invece di limitarci a vivere la nostra esistenza, avessimo la follia e la saggezza di danzarla?”

L'inizio di Blackpool

Blackpool Dance Festival History

It is thought that the idea of a Festival came from either Mr. Harry Wood, the Musical Director of the Winter Gardens or Mr. Nelson Sharples of Messrs Sharples & Son Ltd., the music publishers of Blackpool who published all the sheet music for the Novelty dances invented by the M.C.'s in the Empress and Tower Ballroom's. In those days the dances in the Ballrooms consisted mainly of Sequence Waltzes, the Lancers, Two Steps and many Novelty Dances.
The first Blackpool Dance Festival was held during Easter week in 1920 in the magnificent Empress Ballroom in the Winter Gardens. Modern Ballroom ('English Style') and Latin American dances had not yet evolved and this Festival was devoted to three competitions to find three new Sequence Dances in three tempos - Waltz, Two Step and Foxtrot. There was one Competition each day and on the fourth night, one dance was chosen as the winner, its inventor being presented with the Sharples Challenge Shield. The first Chairman of Adjudicators was Mr. James Finnigan, later to become the co-founder and first President of the United Kingdom Alliance of Professional Teachers of Dancing.
This format of new Sequence and Novelty Dances continued until 1926, although in 1922 Stage, Country and 
Morris dancing were introduced. The Stage Dancing flourished but the Country dancing was dropped after two 
years.
Following a change in management at the Winter Gardens it was announced that there would be no Festival in 1927
. 'The Dancing Times' stepped into the breach, however, and held the Stage Dancing section as usual, but only 
included a North of England Amateur Foxtrot Competition.
It was decided to revive the Blackpool Dance Festival in June 1929. The events included the North of England 
Professional and Amateur Championships, an Amateur Veleta Competition, a Veterans Waltz Competition plus an
Original Sequence Dance Competition. The Sir John Bickerstaffe Shield was presented to the winner of the Original 
Sequence Dance Competition from 1929 to 1939. Mr. P.J.S Richardson became Chairman of Adjudicators and 
continued in that role until his retirement in 1960. He also became the first Chairman of the Official Board of 
Ballroom Dancing formed in 1930.
During this time dancing began to change and people became interested in the developing 'English Style' of 
dancing. The Blackpool Dance Festival finally relinquished its Northern image in 1931 with the inauguration of the 
British Professional and Amateur Ballroom Championships. For the Amateur event there were 250 preliminary 
heats held throughout the country with about 40 District Finals. The winners of these then had the right to dance at 
Blackpool in the Grand Final. In 1937 the Skating System for competitors' marks was introduced at Blackpool and 
this is still used today at Blackpool and all round the world.
After war broke out in 1939, there was a very limited Festival in 1940 but then everything closed down for five
years, re-opening again in in 1946 when Stage Dancing events were dropped entirely. However, a new event, the 
British Amateur Old Time Sequence Championship was included for the first time, which was extremely popular.
The same year Mr. Bunny Hayward died. He had been the resident M.C. in the Empress Ballroom and Compere of
the Festival since 1929. He was also the Co-Principal with Mrs Ida Ilett of the Blackpool School of Dancing. This 
meant that Mr P.J.S Richardson became the Compere as well as the Chairman of Adjudicators for the Festival. Mr
W.H.H. Smith became the Festival Secretary and in 1954, Mrs Ilett was made the first official Dance Festival 
Organiser.
Because of the popularity of the Sequence competitions, the Winter Gardens Company decided to hold an Old 
Time Ball in October 1950 and this was considered to be the 1st Blackpool Sequence Dance Festival.
The original Blackpool Dance Festival continued to grow and in 1953 the competitions were the North of England 
Amateur and Professional Championships, a Ballroom Formation Dancing Competition, the British Amateur and 
Professional Ballroom Championships, plus a Professional Exhibition Dancing Competition.
As far back as the 1930s, there were strong ties with Denmark through inter-school activities with the Blackpool 
School of Dancing but it was in the 1950s that the influx of foreign competitors started. There was a special box 
reserved for the foreign visitors on the south balcony in the Ballroom. Patrons sat in this box until, by 1980, there 
were so many foreign competitors and spectators that the box had to be discontinued as completely impractical. 
In the last few years, there have been fifty countries represented at the Festival with large numbers from Japan, 
Germany, Italy and the USA.
The major change, however, was the introduction of Latin American Dancing, which made a great impact on the 
dancing world. In 1961 a British Amateur Latin American Tournament was held, followed by a Professional event
in 1962. These two events were upgraded to Championship status in 1964.
As more and more foreign competitors came to Blackpool, it was decided to organise a small Festival for British 
competitors only and, in November 1975,the first British Closed Dance Festival was held in the Empress Ballroom.
The name has now been changed to the British National Championships.
Tragically, Mrs. Ilett died in August 1978. She had developed the Festival into the most famous event in the World. 
Her husband, Mr Bill Francis, took over the organisation of the Festival but, with failing health, he retired in 
November 1980. He was succeeded by Mrs. Gillian MacKenzie, who retired this year after the Blackpool Dance 
Festival, May 2004. The Festival organisation has now been taken over by Mrs. Sandra Wilson.
Possibly the event which has the greatest crowd appeal is the annual Professional Invitation Team Match, which
started in 1968 and continues to this day. It started with two teams, Germany and Great Britain, dancing ten 
dances but for many years there have been four teams invited. Teams from Germany, Japan, Italy, USA, Australia, 
Russia and Scandinavia have danced in this Team Match. Neutral judges are always invited to adjudicate this event.



sabato 26 ottobre 2013

Il ruolo del giudice di gara


Il GIUDICE DI GARA è la figura alla quale è affidato il compito di valutare la prestazione degli atleti al fine di definire la classifica finale. Il collegio dei giudici di gara normalmente è formato da un numero variabile di giudici. Nelle gare nazionali e Campionati il collegio è formato normalmente da 9-11 giudici.
I giudici sono inquadrati, a norma dell'art. 25 del Regolamento del Settore Tecnico Federale, in:
GIUDICE DI LIVELLO B
GIUDICE DI LIVELLO A
GIUDICE INTERNAZIONALE
GIUDICE BENEMERITO

Per potere acquisire l'abilitazione come giudice in una disciplina bisogna, a seconda del livello, avere acquisito il titolo di Istruttore o di Maestri di Danza Sportiva della disciplina stessa.
GIUDICE DI LIVELLO B
Sono i Giudici abilitati a giudicare le competizioni con le limitazioni di territorio e/o di campionato, previste dalle disposizioni relative alla singola disciplina. Per poter frequentare i corsi obbligatori di formazione al fine di sostenere il conseguente esame di abilitazione è necessario essere in possesso del brevetto di ISTRUTTORE di DANZA SPORTIVA.
GIUDICE DI LIVELLO A
Sono i Giudici abilitati a giudicare tutte le competizioni escluse quelle internazionali. Per essere abilitati al livello A, occorre trovarsi nelle seguenti condizioni: - essere in possesso del brevetto di Maestro di Danza Sportiva; - avere maturato un'anzianità minima di 1 anno nel livello B; - avere superato proficuamente l'apposito esame.
GIUDICI INTERNAZIONALI
Sono i Giudici abilitati a giudicare anche le competizioni Internazionali laddove la disciplina lo prevede. Per essere abilitati al livello Internazionale, occorre trovarsi nelle seguenti condizioni: - avere maturato un'anzianità minima di 2 anni nel livello A; - aver superato l'apposito esame abilitativo comprensivo della prova obbligatoria sulla lingua inglese; - aver superato l'apposito esame dalla Federazione Internazionale di riferimento.
BENEMERITO
Sono i Giudici che hanno, nel loro curriculum vitae, particolari requisiti a livello Internazionale ed hanno ottenuto particolari riconoscimenti e/o risultati agonistici. Sono equiparati ai giudici internazionali. L'accesso a questo livello avviene su indicazione del Consiglio Nazionale al Consiglio Federale che provvede periodicamente a valutare i requisiti degli aspiranti ed a deliberare l'immissione degli aventi merito per l'inclusione nel ruolo d'onore dei giudici. I requisiti per essere nominato sono, in via alternativa tra loro, i seguenti: - essere in attività da oltre 20 anni come giudice internazionale; - avere ottenuto, in qualità di atleta, risultati straordinari; - avere avuto una particolare ed importante carriera come giudice a livello internazionale.

Il ballo come sport


La Danza Sportiva e' uno Sport e come tale richiede impegno e sacrificio, ma compensa la nostra dedizione con grandi soddisfazioni.

Tutti possono cimentarsi in competizioni di ballo, infatti sono organizzate gare suddivise per disciplina, livello di capacita' (classi) e fasce di eta' (categorie). Un' ulteriore suddivisione tra agonismo e preagonismo, permette a chi comincia di affrontare il brivido della competizione senza grossi investimenti in abiti, bellissimi, ma che senz' altro non possiamo usare nella nostra vita quotidiana.


Un' attivita' psicomotoria completa, un' attivita' aerobica divertente e stimolante, di intensita' facilmente controllabile: lo sport giusto per tutti coloro che desiderano mantenersi in forma a qualsiasi eta'.

Le motivazioni per cominciare possono essere le piu' diverse, ma le soddisfazioni e il divertimento sono assicurati

venerdì 25 ottobre 2013

La psicologia della danza

La psicologia studia l'essere umano, le sue azioni e reazioni, attraverso i meccanismi della mente e della sfera affettiva. Questa scienza, da quando nel 1860 G. T. Fechner(nella foto)
pubblicò il primo trattato di psicofisica, è stata applicata a tutte le età evolutive, a tutte le attività dell'uomo e a tutti gli aspetti della vita: dal gioco, al lavoro, all'amore... alla morte. Io voglio parlare della psicologia della danza, pur essendo scarsi i riferimenti letterari sull'argomento e gli studi di approfondimento specifico. Il mio punto di partenza è la musica, perchè la danza nasce, si sviluppa e muore nella e con la musica. Il ballerino esegue i movimenti con il suo corpo secondo il ritmo della base musicale: ma ancor prima del movimento fisico, la sua mente diventa ritmo e musica. Se esiste una musica senza la danza, al contrario, non può aver luogo una danza senza musica. Quando riusciamo ad improvvisare dei movimenti senza una musica reale, possiamo farlo solo perchè stiamo seguendo un ritmo virtuale e mentale: ed è proprio questo ritmo che ci dà il tempo e che crea quel contesto di riferimento senza cui la danza non può esistere. Nel ballo, quindi, il coinvolgimento del corpo e il moto dello spirito sono un unico fenomeno. Stando così le cose, per capire e spiegare la psicologia della danza, dobbiamo un attimo soffermarci a meditare sul concetto di musica. Il binomio musica-danza è indissolubile.
Fra tutte le arti, la musica è la meno 'contaminata' dalla materia. Pertanto è quella che più si avvicina alla purezza. Non è un caso che il tema del termine MUSICA (che deriva dal greco musiké) sia lo stesso di MUSE. Ed infatti musiké vuol dire arte delle muse. Fin dall'epoca preistorica, l'essere umano ha vissuto la dimensione magica del suono, cogliendo la sua forza evocativa e il suo potere di coinvolgere emotivamente i singoli e i gruppi.
Questa è la connotazione fondamentale della musica: il suo essere veicolo di messaggi e significati che, senza ulteriori mediazioni, raggiungono direttamente la profondità dell'animo e della mente dell'uomo. Con la musica l'uomo scavalca le leggi fisiche, superandone i limiti, dove l'empirico quasi scompare. Nelle altre forme di arte, il prodotto artistico resta per così dire imprigionato nella materia (la poesia, la pittura, la scultura), la musica si libera dalla strumentazione che l'ha prodotta al momento stesso del suo nascere, per cessare di esistere se non nel ricordo. Un sogno (o un'illusione o una sensazione) di leggerezza innaturale si impossessa della mente del danzatore e spinge il suo corpo quasi fuori dalla materia, in una dinamica aerea, fino a diventare tutt'uno con le note musicali ed in esse ad annullarsi, per riproporsi come combinazione di puro movimento. La danza, come momento artistico, è legata alla performance del ballerino, in una dimensione spazio-temporale irripetibile. Il danzatore, ogni volta che si esibisce, lo fa in una situazione di unicità. Ogni esibizione è un'opera compiuta. Quando il ballerino esce di scena, invecchia, muore, delle sue 'opere d'arte' restano solo le eventuali registrazioni filmate.
Questo è il rapporto psicologico-strutturale che il singolo ballerino stabilisce immediatamente con la danza e con la musica. Nel ballo di coppia, entra in gioco poi un altro fattore fondamentale: il rapporto fra i partners. Il che significa che emerge, con tutte le sue implicazioni, la centralità della sfera sessuale. Sono, naturalmente, da considerarsi una eccezione le coppie formate da fratello e sorella o da padre e figlia.
I problemi che una psicologia della danza deve valutare, a questo punto, si dilatano e si arricchiscono sia sotto il profilo estetico e stilistico che sul piano sensuale ed erotico. Ai livelli più alti, il danzatore si sente artista, interprete supremo di 'capolavori', portatore di messaggi il cui contenuto è valorizzato dallo spessore poetico ed estetico. I grandi ballerini di danza classica e moderna, le stesse coppie che gareggiano nel campo delle danze sportive e raggiungono le vette delle classifiche mondiali, diventano e si sentono simboli, personaggi, attori, punti di riferimento. Vivono insomma una ulteriore sfumatura del complesso rapporto che si ha con la musica e con la coreografia. A livello di ballo come fenomeno di massa, la psicologia della danza scende di un gradino e si attesta su una fascia di problematiche i cui parametri fanno riferimento alle caratteristiche dell'essere umano e ai suoi modi di vivere che mutano nel tempo, a seconda dei periodi storici, della cultura ufficiale, dei costumi, delle abitudini sessuali, della emancipazione delle donne. Studiando la storia delle danze, viene fuori che queste rappresentano una precisa chiave di lettura di tutti i complessi fenomeni sociali, politici, economici, etici, religiosi. La danza di coppia ha fatto, di volta in volta, vivere il rapporto  maschio-femmina o in linea con la morale dominante o in conflitto con essa: in entrambi i casi il coinvolgimento psicologico degli individui è stato totale e significativo. Maschio e femmina si ritrovano uno di fronte all'altra, pur nei ruoli che la danza specificamente assegna loro, comunque in tutta la fisicità e con tutte le motivazioni psicologiche legate alle distinte  identità sessuali. Guglielmo Ebreo nel suo manuale intitolato IL TRATTATO DELL'ARTE DEL BALLO,
afferma che : " il ballo è amico degli innamorati e di coloro che ne fanno uso corretto nelle feste; mentre è nemico dei plebei che, con l'animo corrotto, trasformano questa arte liberale e virtuosa in scienza adultera. Molte sono state le condanne che i balli di coppia hanno subito da parte delle Autorità civili e religiose, anche in periodi illuminati: ciò dimostra che è stata sempre percepita, magari in modo esageratamente distorto". Riportando invece ciò che scrive Giovanni Franceschini : "La danza non è solamente moto muscolare e manovra di membra, ma è movimento e mimica, che la poesia dell'ambiente e delle persone danzanti circonfonde di dolcezza, e la musica allieta di armonie, e la vicinanza di una giovane creatura rende più soavemente intima ed inebriante." "Il fatto fondamentale del ballo è un movimento, e uno degli ornamenti più brillanti, che gli servono di cornice, è l'istinto sessuale. Se il compagno del nostro divertimento è una persona dell'altro sesso, e se essa è bella e giovane, il pallido piacere del moto si associa ai trepidi palpiti di un innocente amplesso, e i più leggeri contatti sono sorgente di infinite voluttà. I rapidi giri, i languidi abbandoni, le gentili grazie, e le eleganti moine degli alterni moti si associano all'anelare del seno, al confondersi del tiepido fiato, alle occhiate furtive, ai sospiri interrotti, alle strette di mano, al convulso premere dei fianchi. E' allora che l'uomo beato di sentirsi fremere sotto le mani  una creatura vivente, che nei suoi elastici moti lo segue nei balzi tempestosi segnati dall'armonia, si confonde e trova di godere uno dei più bei momenti della vita. E' allora che la donna in tutta la sua sensibilità, sentendosi trascinata e sollevata nei vorticosi giri da una mano, che la preme presso ad un petto, da cui ritira il seno palpitante, e che pur vorrebbe sentirsi più stretta, dimentica di vivere.
Questi sono nell'età giovanile, e specialmente per le donne, fra i più violenti piaceri...Il ballo gustato in tutta la sua forza è un piacere veramente convulsivo, è un vero subdelirio dei sensi". I concetti di Gavina si applicano a tutti i tipi di danze: il momento del ballo si configura come un evento straordinario che somiglia ad un incontro d'amore, sorgente d'emozioni. Il dato emergente non è necessariamente e sempre l'impegno congiunto dei partners, concentrato ad eseguire nel migliore dei modi un programma opportunamente preparato, o a preparare il programma stesso; ma è spesso il piacere derivante dal binomio maschio-femmina, che si modula sul ritmo di una progettualità psicologica ed ormonale. F. Klingenbeck, definisce la rivoluzione del valzer come "una liberazione dalle vecchie buone maniere... dalla riservatezza e dal bon ton". Nel valzer "un soffio vitale passa attraverso il corpo dei ballerini, con una forza esaltata da quella doppia rotazione su sè stessi e attorno alla sala. A questo si aggiunge il piacere di danzare con il partner prescelto".
Di diversa intonazione è quanto ci spiega, a proposito del tango delle origini, la psicologa e scrittrice Elisabetta Muriaca: "...durante il ballo non si parla... Si comunica col corpo, e non intendo solo quella particolare forma di segnali (marcas) che l'uomo fa per guidare la donna, ma tutta la trasmissione di sentimento, evocato dalla musica, che scorre da un corpo all'altro senza soluzione di continuità. Osservati dal di fuori, sembra che i ballerini entrino in uno stato di trance". "L'abbraccio dell'uomo deve essere  stretto e deciso, deve poter permettere alla donna di 'entrare' nel suo corpo, creando appunto un corpo unico, un animale a quattro zampe che compie un movimento di rotazione e di traslazione attorno alla pista". "... con il tango l'unica intenzione è quella di ballare". Sembra una chiave di lettura protesa ad una visione meno materiale e più artistica: la sublimità si pone come una categoria interna alla danza e ha una forza autonoma prevalente. Essa potrebbe quasi prescindere dalla fisicità dei ballerini se non fosse che è un valore estetico oltre che spirituale. Siamo di fronte ad un'ottica capovolta, che ripropone la centralità del ballo rispetto alle pur connesse implicazioni sessuali. Ma attenzione. La stessa scrittrice, nel Prologo della sua opera, precisa che "il tango costituisce un osservatorio privilegiato da cui analizzare la particolare forma di comunicazione vigente nella coppia".