Folklore è un termine anglosassone che proviene dall' unione delle due parole «folk», che significa «conoscenza», e «lore» che significa «popolo», creando così un termine ancora oggi utilizzato e che stà ad indicare appunto la conoscenza di un popolo. Applicato in maniera un pò generica, potremmo dire che, nel caso delle danze, la conoscenza del popolo latino si esprime attraverso le danze dei riti di sopravvivenza (es. danze di fertilità della terra o della coppia), dei riti di passaggio (es. danze nei matrimoni, nelle feste del diciottesimo compleanno o comunioni), ed altre ancora.A Cuba queste danze hanno preso forma attraverso l’incontro di diverse culture, principalmente tra quelle spagnole e quelle africane. Bisogna però dire, per non essere troppo sintetici e per non fare quindi confusione, che anche la cultura spagnola è stata, prima della scoperta delle americhe, l’incontro di più culture, e questo è un aspetto che pochi, nel nostro ambiente, prendono in considerazione. Le culture che si sono incontrate principalmente nell’Andalusia (Spagna del sud), sono state principalmente quelle dell’Africa (Marocchini, Egiziani, Angola, Congo, Etiopia ecc), della Turchia, dell’Arabia, della Cina, dell’Italia del Sud ed isole comprese, della Grecia, degli Ebrei, e, soprattutto in maniera determinante, degli zingari (Gitani), questi ultimi con un ruolo determinante come lo è stato ad esempio nello sviluppo del flamenco andaluso.Potete ora immaginare cosa sia stata la Spagna a partire dalla dominazione araba dei mori fino ad arrivare al XVIII sec. ; Siviglia fù, in quei secoli, una delle più grandi capitali portuali dell’Europa e dove ogni razza vi si incontrava. Con la scoperta dell’America, l’Havana divenne l’incontro di queste culture a causa della dominazione spagnola sull’intera isola e su tutta l’America centrale. Tali incontri hanno contribuito alla formazione di “nuove” danze, come la rumba, la conga, lo zapateado, ed il tango (che si confronterà poi con quello di Buenos Aires) ecc.Si pensa ancora che molte di queste danze siano frutto della conoscenza dei negri schiavi, cosa da sempre raccontata come certa ed indiscutibile. Ebbene, lo è in parte, ma dobbiamo anche dar atto, e forse in maniera molto più determinante, dell’esistenza di un’altra razza nera arrivata in America in stato di completa libertà, così come lo era in Spagna. Stiamo parlando nel negro curro, colui che si comprò la libertà e formò una razza specifica di gente malfamata, bulla, nullafacente (a parte l’attività di rubare o accattonare), e con un modo di vestire molto caratteristico come i pantaloni stretti in vita e larghi in basso, il gilet, grosse catene d’oro al collo, fazzoletto, ossia il caratteristico pañuelo della rumba ben in vista e sempre con se, ed altro ancora. Erano proprio loro i veri conoscitori delle danze (alcune si chiamarono proprio danze della bulería, ossia dei bulli). Sarà questa una razza determinante per la nascita di gran parte del folklore non solamente a Cuba ma anche in Argentina (tango), ed altri luoghi dell’America del Nord (pensate al moderno Hip Hop nato appunto nei ghetti di New York), così come lo sarà in Spagna (il termine flamenco non è riferito alla danza ma, appunto, al tipo bullo, guapo e proveniente da una specifica regione). La prova di ciò risiede anche sulla terminologia, rumba cubana e rumba flamenca.Da non confondere con queste, vi sono a Cuba (e non solo) altri generi di danze che accompagnano dei riti molto particolari, in special modo i riti della santeria, della Regla de Palo Monte, ed altre, così come in Brasile i riti del Candomblé, e ad Haiti i riti del Vodóo.Senza entrare nei particolari, diciamo che queste danze sono l’antica reminescenza delle danze preistoriche, dell’età Paleolitica, danzate dello sciamano capo della tribù le quali servivano principalmente a funzioni fondamentali utili alla sopravvivenza del gruppo, come i riti di guarigione, i riti per la caccia o per la raccolta, i riti per la pioggia ecc. Attenzione pertanto a pensare che queste danze siano di origine esclusiva dell’Africa, cosa del tutto falsa. Di esse ne abbiamo testimonianze a volontà sia dalla preistoria attraverso raffigurazione rupestri, e sia dalla storia, testimoniata dai riti siberiani, i riti a Dionisio nella Grecia antica, i riti della antica tarantella e della guarigione dal morso della taranta, i riti ai faraoni dell’antico Egitto, i riti delle danze dei Sufi , i riti degli sciamani della moderna Amazzonia.Queste danze hanno un effetto sull’occhio della persona occidentale molto forte e capace di lasciare impresso un segno profondo. Sono danze in cui si assiste a stati di trance dei partecipanti, svenimenti, grida al di fuori di ogni capacità vocale umana, salti capaci di far impallidire un esperto di arti marziali. E’ oggi in dubbio, che queste danze siano state importate in America solamente dagli schiavi negri; nuove tesi si affacciano sulla possibilità di una fusione con le danze sciamaniche degli indiani o, addirittura, di negri che già abitavano l’America prima della sua scoperta, tesi di alcuni storici da non sottovalutare in quanto oramai di reperti di navi vickinghe (circa 900-1200 d.C. e quindi ben prima di Cristoforo Colombo) nei fondali del Golfo del Messico ve ne sono di accertati.Esiste infatti un’altra schiera di danza che ha una origine accertata da quelle spagnole e da quelle del centro Europa, ma che poi intraprendono una loro linea di sviluppo autonoma, e che ritorneranno in Europa più tardi.Durante tutto il periodo che va dal XVI alla fine del XIX sec. arrivano diverse musiche e danze europee a Cuba, importate da diversi ceti sociali, tra cui i marinai, gli zingari, i nobili, i negri non schiavi chiamati curros, ecc. Queste danze, denominate sotto vari nomi , di fatto continuavano, come tutte le altre, ad essere eseguite singolarmente e non in coppia; fu il caso del tango flamenco, del fandango, del bolero, della sarabanda, caratterizzate normalmente da un ritmo sincopato molto accentuato e da un tempo rapido, tipico delle danze popolari.Queste vennero sempre più sviluppate sull’ isola ed eseguite dalle razze più variate durante le feste e durante i momenti di relax. Quando, ai primi anni del ‘900, arrivò il valzer dall’ Europa, fu un vera rivoluzione in quanto, per la prima volta, si assistette ad una danza in coppia secondo lo stile a cui noi oggi siamo abituati. Oltre allo scandalo suscitato negli ambienti di alto rango, esso suscito anche un’ondata di novità tra il popolo meno abbiente, e fu così che tutte le danze vennero in qualche modo arrangiate secondo il nuovo stile del valzer; attraverso l’unione dei due corpi, nacquero il danzòn prima ed il casìno poi, il bolero, il cha cha cha qualcuno afferma che nacque anche il son.Il son, anticamente, era danzato singolarmente attraverso le improvvisazioni di alcune parti del corpo, braccia, vita e gambe, un po’ come fu per l’antica rumba brava.Quando venne introdotta la danza in coppia, il son, quello vero, risultò troppo rapido per essere danzato uniti. Si assistette però allo stesso tempo anche ad una trasformazione del genere musicale del son con altri generi, principalmente con il bolero, e la guajira, cosa che fece nascere un genere musicale molto più lento e che noi oggi continuiamo, forse erroneamente, a chiamare son. Fu così che nacque quella danza meravigliosamente elegante e sensuale che meglio di tutti venne interpretata dai ballerini professionisti di cultura classica e che ancora oggi danno spettacolo nelle manifestazioni di salsa (il classico abito elegante e movimenti laterali fortemente sensuali, conditi da un danzare in controtempo).Va detto però che tutto questo fu possibile, dai primi anni del Novecento, grazie alla presenza dei latini provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti, portatori questi ultimi del foxtrot, del charleston, del roc’n’roll , del jazz, e grazie soprattutto all’importazione della salsa dagli Stati Uniti e dall’Europa durante gli anni Settanta, cosa che ancora oggi desta sospetto e delusione tra i sostenitori della salsa come di origine cubana.Questa iniezione di carburante sull’isola permise di far esprimere al meglio non soltanto i latini ma anche i neri capaci di impossessarsi di molte danze di provenienza europea ed americana (rumba, salsa, mambo, valzer) e di farle esprimere ad un livello mai conosciuto prima di allora. Uno dei fenomeni folklorico-popolare che contraddistingue la Cuba di oggi e tutt’ora viene esportato in Europa è sicuramente il Reggaeton, nuovo stile musicale-coreico (o coreutico, ossia riferito alla danza) che si contraddistingue per la sua forma di danza singola e non in coppia.Questo, oltre ai fenomeni già visti, ha portato ad una importazione sull’isola di un genere musicale proveniente dai sobborghi di New York, ovvero l’Hip-Hop (forma di protesta cantata attraverso il Rap e danzata con l’Hip-Hop stesso, il termine hop significa proprio “danza”), seguita da una determinata moda anche nel vestire, nel parlare e nel gesticolare. L’ingresso a Cuba del Rap ha trascinato i giovani artisti cubani alla creazione di una forma musicale cantata particolare, chiamato appunto Reggaeton, contraddistinto anche da una particolare danza che altro non era (e lo è tutt’ora) il rinvigorimento di antiche forme di danze cubane, come la columbia su tutti; in aggiunta si sovrapposero quasi spontaneamente delle particolari movenze del bacino, ossia quelle forme di danza-ricordo delle antiche forme orientali-andaluse.Sulla scia del boom della salsa, Cuba ha certamente trovato terreno fertile nel far si che questa nuova moda, sviluppata non solamente a Cuba ma anche a Portorico e nel Centro America, venisse esportata in tutto il mondo. Sta di fatto che, grazie alla timba prima ed al Reggaeton ora, Cuba ha certamente colmato le lacune che si erano venute a presentare come effetto di una confusione di fondo in relazione all’origine di certe danze, come la salsa su tutte; confusione che a tutt’oggi causa accese discussioni sull’origine di essa.La timba ed il Reggaeton sono un marchio cubano e portoricano, e questo non fa altro che fortificare chi sostiene che la salsa sia di origine statunitense. Difatti, guardando le due forme di danza ci si accorge come esse siano fortemente differenti, soprattutto in relazione alle figure utilizzate (del tutto latine quelle della salsa, fortemente rituali quelle della timba e del reggaeton). In Europa però tutto questo ha causato un’ulteriore sviluppo, visto che anche i latini non sono da meno nelle invenzioni coreiche; le figure della salsa latina sono in pratica state fortemente modificate, ed hanno sviluppato un forte accento grazie all’utilizzo di improvvisazioni di timba e di reggaeton.Questo nuovo modo di ballare, fortemente caratteristico dell’Europa attuale, ha fatto sì che prendesse piede e si sviluppasse in Europa stesso il ritorno allo studio della rumba, forma che, assieme alla Santeria, era già entrata agli inizi degli anni Settanta sulla scia degli eventi rivoluzionari cubani, quando gran parte dell’Europa comunista appoggiava le idee politiche anti americane e filo russe. Quei venti, che diedero la nascita di importanti scuole musicali anche a Roma, furono una ulteriore spinta allo sviluppo della causa folklorica latina che oggi, più che mai, segna uno dei periodi storici più importanti della sua storia.
È anche grazie a questi fenomeni legati al folklore che Cuba continua ad avere quell’ossigeno a lei indispensabile affinché i suoi ricordi non muoiano, spinti dagli eventi politici ed economici che la vedono da molti anni ai confini del mondo. Ma noi ballerini e amanti dell’Arte e del ballo stiamo dalla parte della sua storia.